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Cause

by ed11@tor 25 Febbraio 2015

Cause

L’endometriosi è una malattia multifattoriale e ad eredità poligenica, in cui la combinazione di fattori genetici, ormonali, infiammatori ed anatomici contribuisce alla formazione e allo sviluppo della malattia. Nonostante l’elevata prevalenza e l’importanza sociale dell’endometriosi, le sue cause (eziopatogenesi) non sono ancora completamente note, e vi è dibattito anche sulla comune origine delle diverse forme in cui tale patologia può presentarsi.

Tra le ipotesi più accreditate (e anche più datate, risale al 1927), vi è quella della “mestruazione retrograda” o “dell’impianto da reflusso trans-tubarico”. Secondo questa teoria, durante la mestruazione piccole parti di tessuto endometriale insieme al sangue mestruale invece di fluire verso l’esterno percorrono in senso inverso le tube. Questo determina il reflusso di tessuto endometriale in addome e l’impianto, la sopravvivenza e la crescita delle cellule endometriali sul peritoneo della pelvi.
Secondo molte osservazioni la mestruazione retrograda è presente in tutte le donne, ma solo in alcune, a causa di difetti immunitari e/o ormonali o dell’aumento di attività infiammatoria nel liquido peritoneale, il tessuto endometriale riesce a impiantarsi e a crescere. In queste donne si svilupperà la malattia.

Un’altra teoria (detta della “metaplasia dell’epitelio celomatico”) propone che le cellule di rivestimento del peritoneo pelvico, sottoposte a stimoli infiammatori o ormonali, si trasformerebbero in tessuto endometriosico. Questa ipotesi potrebbe spiegare l’insorgenza di endometriosi in donne, per esempio, con utero assente o ipoplasico dalla nascita, e nei rari casi di malattia negli uomini.

Una ulteriore teoria è quella della disseminazione di cellule endometriali in sede ectopica attraverso la via linfatica o ematica, o mediante disseminazione iatrogena nel corso di interventi chirurgici addominali o pelvici (per esempio nei casi di endometriosi a localizzazione sui muscoli della parete addominale o in sede di cicatrice dopo taglio cesareo).

L’endometriosi è da tempo considerata una patologia con una componente genetica, di tipo poligenico e multifattoriale. Alcune famiglie possono avere fattori predisponenti per l’endometriosi (non sono infatti rari casi di sorelle con endometriosi), e complessivamente gli studi indicano la presenza di un fattore di rischio dal 4% al 7% nelle parenti di primo grado. Pertanto uno degli sforzi della ricerca è diretto all’individuazione dei loci genici responsabili della suscettibilità alla malattia. Fra i geni più studiati per l’associazione con l’endometriosi troviamo i geni che codificano per i recettori degli ormoni steroidei e per molecole coinvolte nella regolazione dei processi infiammatori, dell’immunità e dello stress ossidativo.
Uno studio, pubblicato su Human Reproduction nel 2008 da un gruppo di ricerca dell’Università di Leeds, ipotizza che l’endometriosi possa essere correlata ad aberrazioni nell’espressione dell’enzima telomerasi. La funzione della telomerasi è quella di aggiungere sequenze di DNA nelle regioni dei telomeri, che si trovano alle estremità dei cromosomi, riallungando così i telomeri accorciati e mantenendo integri i cromosomi. In assenza di attività telomerasica, i cromosomi si accorciano gradualmente, e quando la loro lunghezza scende sotto una soglia critica le cellule diventano senescenti. Molte patologie associate ad invecchiamento precoce sono correlate alla presenza di telomeri corti. I ricercatori hanno scoperto nelle cellule che compongono l’endometrio delle donne affette da endometriosi alti livelli dell’enzima telomerasi. Questo determinerebbe una alterazione nelle cellule endometriali che ne promuove la proliferazione, e quindi aumenterebbe la suscettibilità della donna allo sviluppo dell’endometriosi.
Recenti teorie inoltre riportano una associazione tra lo sviluppo dell’endometriosi e modificazioni epigenetiche. L’epigenetica è quella branca della genetica che si occupa dello studio delle variazioni nell’espressione dei geni, variazioni che non sono provocate da vere e proprie mutazioni genetiche (quindi a cambiamenti nel DNA), ma che possono essere trasmissibili e quindi ereditabili.

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