L’ endometriosi pur essendo chiaramente una malattia che nasce a livello fisico e corporeo, portando con sé la caratteristica di cronicità impone alle donne di dover fare i conti con un elemento costante da dover in qualche modo inserire nella propria vita ed affiancare alle proprie attività quotidiane.
Integrare l’idea di una malattia cronica all’interno del proprio personale percorso di vita risulta essere un impegno di elevata difficoltà che spesso può causare una serie di conseguenze e sofferenze sulla sfera psicologica che, se sottovalutate o ignorate, possono aggravare e appesantire le condizioni fisiche di partenza.
Tra le principali e più comuni difficoltà psicologiche ed emotive connesse alla malattia troviamo: disturbi del sonno, disturbi del tono dell’umore, senso di frustrazione e di impotenza, sentimenti di ansia, paura, colpa, vergogna, senso di solitudine, difficoltà nella gestione del dolore, alterazione dell’immagine corporea e bisogno di ridefinire la propria idea di maternità.
Ogni donna ovviamente, in quanto essere unico, può sviluppare tali difficoltà in maniera del tutto personale e con modalità e livelli di coinvolgimento differenti.
Il supporto psicologico si pone l’obiettivo di poter lavorare sulle componenti di sofferenza emotiva per cercare di ridurle, in modo tale da rendere la vita della donna, nonostante la presenza della malattia, il più soddisfacente possibile.
Una delle tecniche a disposizione della psicologia per affrontare e gestire gli aspetti mentali connessi all’endometriosi è l’ipnosi.
Importante sottolineare che questa tecnica viene utilizzata sempre all’interno di un percorso di sostegno psicologico, motivo per cui è più corretto parlare di psicoterapia ipnotica.
L’ipnosi e la psicoterapia ipnotica permettono, attraverso una posizione corporea e soprattutto mentale di rilassamento, di facilitare e attuare quella connessione spontanea tra mente e corpo favorendone una migliore comunicazione.
Questa posizione mentale di calma può essere paragonata alla posizione in cui ci troviamo quando siamo in una fase di dormiveglia oppure quando siamo particolarmente concentrati a svolgere un’attività particolare (guardare un film, leggere, praticare uno sport).
Proprio perché già sperimentata da ognuno di noi quotidianamente viene definita come “posizione naturale di trance”. Una posizione piacevole di tranquillità dove l’attenzione è rivolta verso la propria interiorità così da permettere di lavorare con la parte più profonda della mente: l’inconscio.
L’inconscio può essere considerato come un grande magazzino dove sono custodite tutte le esperienze, i vissuti e le cose viste, osservate, ascoltate, imparate ed accumulate nel corso della nostra vita.
Attraverso l’uso dell’ipnosi è possibile andare a recuperare e risvegliare tali risorse contenute nell’inconscio al fine di poterle utilizzare a favore di quelli che sono i bisogni della persona nel presente o a risolvere una sua difficoltà a livello psicologico.
La psicoterapia ipnotica risulta essere una “terapia dolce” e piacevole, capace di andare a lavorare con la parte buona e sana presente nella mente di ognuno di noi per fare in modo che sia quest’ultima ad aiutare la parte sofferente.
L’ipnosi non è magia, non è lettura del pensiero, non è inserimento di qualcosa di esterno nella mente dell’altro, è un lavoro psicoterapeutico effettuato sul proprio mondo interiore.
La persona ipnotizzata non è né anestetizzata, né presenta particolari fenomeni, ma è solo “isolata” dalla realtà esterna e concentrata sulla propria realtà interiore.
In genere nella vita facciamo ciò che riteniamo possibile: quello che succede con l’ipnosi è semplicemente ampliare queste possibilità.
È dunque possibile aiutare la mente ad aiutare il corpo, e soprattutto a farlo attraverso le risorse e le capacità che già possediamo dentro di noi.
Che ruolo ha il terapeuta? Il terapeuta, attraverso la propria voce, aiuta la persona ad entrare in uno stato di rilassamento mentale al fine di poter comunicare alla parte profonda della mente.
Tutti possono sottoporsi alla psicoterapia ipnotica? Ogni persona che lo desidera può essere ipnotizzata a scopo terapeutico.
Si può risvegliare qualcosa che non volevo risvegliare? No, l’obiettivo è quello di recuperare e riutilizzare soltanto le risorse che possono essere d’aiuto nel raggiungimento dell’obiettivo o del cambiamento desiderato.
La ps icotera p ia i p notica può essere perico losa? No, ma è importante rivolgersi a specialisti formati correttamente.
Come ci si sente durante l’utilizzo dell’ipnosi? Ci si può sentire rilassati, immersi nei propri pensieri, con la sensazione di volare tra il reale e la fantasia, esattamente come può capitare nella fase di dormiveglia o quando siamo particolarmente concentrati a svolgere qualche attività.
Che cosa accade se non riesco a risvegliarmi? Non c’è rischio che una persona non esca dallo stato ipnotico.
Si perde coscienza? No, la coscienza non viene persa, viene modificata quel tanto che basta per rendere l’inconscio pronto ad ascoltare. L’attenzione direzionata internamente è più ricettiva e in grado di ricevere gli strumenti necessari per raggiungere gli obiettivi concordati e desiderati.
Potrei fare delle azioni non volute? Non è assolutamente possibile indurre a fare azioni contro la morale o il desiderio della persona.
Dott.ssa Margherita Benni – Psicologa
Questo articolo è stato Pubblicato sul Pungiglione n.53 di Febbraio 2019 il notiziario dell’A.P.E. Onlus, scopri QUI come abbonarti!
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