Diagnosi
La capacità di diagnosticare l’endometriosi è strettamente correlata alla conoscenza del ginecologo della malattia. Numerosi studi riportano come possa esserci un ritardo diagnostico (tempo tra insorgenza dei sintomi e diagnosi della malattia) anche di dieci anni!
Per ricevere una diagnosi rapida e accurata delle localizzazioni della patologia è fondamentale rivolgersi, qualora si abbia un sospetto, ad un centro specializzato nella diagnosi e nel trattamento dell’endometriosi, dove l’esperienza dei professionisti coinvolti permette un corretto inquadramento della malattia attraverso la visita ginecologica e l’integrazione di altri esami diagnostici quali l’ecografia pelvica transvaginale e/o transrettale, il dosaggio (mediante un prelievo di sangue) del CA-125 e in alcuni casi specifici mediante l’ausilio della risonanza magnetica, del clisma opaco, della retto-sigmoidoscopia, dell’ecografia dei reni e delle vie urinarie, e della cistoscopia.
La diagnosi laparoscopica (mediante visualizzazione diretta dell’endometriosi con chirurgia mininvasiva) viene riservata a pochi casi specifici.
E’ fondamentale l’ascolto approfondito dei sintomi della donna, che può concorrere ad effettuare una prima diagnosi, seppur non definitiva. Inoltre una visita ginecologica minuziosa ed una ecografia pelvica eseguita da un ginecologo esperto possono già dare una approssimazione della severità della malattia.
In Italia esistono centri pubblici all’avanguardia per la diagnosi ed il trattamento della malattia (l’A.P.E. mette a disposizione di sostenitori e volontari un elenco ragionato di queste strutture).