Terapie

Una cura definitiva dell’endometriosi non è purtroppo ancora disponibile.
Il tipo di terapia (medica o chirurgica) più indicata va concordata con un centro specializzato in endometriosi (l’elenco è disponibile sul nostro sito), e varia a seconda dell’età della donna, del grado di dolore, del desiderio di maternità, della gravità delle lesioni e della tolleranza della donna alla terapia farmacologica.
La terapia medica dell’endometriosi ha come basi razionali l’evidenza dell’ormono-dipendenza della malattia, in quanto gli estrogeni, in particolare, sono i principali regolatori della crescita delle lesioni endometriosiche.
Cardine della terapia farmacologica è quindi la creazione di un ambiente ormonale con bassi livelli di estrogeni e l’inibizione dell’ovulazione, in modo da indurre temporaneamente la quiescenza delle lesioni endometriosiche, frenando lo sviluppo della malattia. L’uso della pillola anticoncezionale o di un progestinico (uno dei due ormoni presenti nella pillola) in modo prolungato garantisce l’inibizione dell’ovulazione e la riduzione dei livelli di estrogeni, permettendo il controllo dell’endometriosi e la riduzione dei sintomi dolorosi nella maggior parte delle donne.
La pillola può essere assunta in maniera ciclica (21 giorni di assunzione seguiti da sette giorni di sospensione in cui si verifica un sanguinamento mestruale) o in modalità continuativa, con assunzione ininterrotta della pillola per più di 21 giorni consecutivi (saltando la sospensione dei 7 giorni e quindi evitando la mestruazione).
I progestinici vengono invece assunti sempre in modalità continuativa, senza nessuna sospensione e quindi sopprimendo la mestruazione. Pur in assenza di ciclo mestruale, non si è in una situazione ormonale di “menopausa”, in quanto una quota di estrogeni è comunque presente. Questo è importante da tenere presente, in quanto frequentemente queste terapie vengono assunte, anche per anni, da donne giovani, che possono essere preoccupate dal non vedere ciclicamente la mestruazione.
Un punto chiave da tener presente è che la terapia medica dell’endometriosi, se non si desidera una gravidanza, è una terapia a lungo termine. Infatti alla sospensione della terapia la recidiva dei sintomi dolorosi è molto frequente, per cui l’uso di farmaci che possono essere somministrati solo per qualche mese a causa della loro scarsa tollerabilità, della comparsa di gravi effetti avversi o per il loro costo elevato non è di grande beneficio.

In casi selezionati vengono utilizzati gli agonisti del GnRH, che invece sono dei farmaci che provocano una vera e propria menopausa artificiale. Gli effetti collaterali di questi ultimi (non sempre presenti) sono i classici effetti della menopausa: vampate di calore, aumento di peso, sudorazione notturna, irritabilità, perdita di calcio osseo. Per questi motivi gli agonisti del GnRH vengono usati solo in alcuni casi e mai per periodi prolungati.

La terapia chirurgica dell’endometriosi è riservata principalmente ai casi che non rispondono alla terapia medica, se sono presenti voluminose cisti ovariche, o in caso di endometriosi intestinale o vescicale sintomatica e che non risponde alla terapia medica.
La terapia chirurgica negli ultimi anni è diventata sempre più mininvasiva, quindi si utilizza sempre più frequentemente la tecnica della laparoscopia.
Con la laparoscopia si praticano 3-4 fori di piccoli dimensioni sull’addome attraverso i quali vengono introdotti gli strumenti chirurgici, si esplora la cavità addominale ricercando eventuali isole endometriosiche, cisti o noduli. Nel caso in cui fossero presenti lesioni ben visibili, si procede all’eliminazione delle stesse ed al prelievo di materiale per la biopsia. La degenza in ospedale si riduce generalmente ad un massimo di 3-4 giorni e la ripresa è rapida e le cicatrici sono poco visibili. La laparotomia prevede invece un taglio addominale, che si pratica (nella maggior parte dei casi), in orizzontale all’altezza del pube, ed è sicuramente più invasiva rispetto alla laparoscopia. I tempi di degenza si allungano e la cicatrice è più visibile rispetto alla laparoscopia. La laparotomia viene utilizzata se la gravità delle lesioni endometriosiche non consente di operare in sicurezza in laparoscopia. Numerosi studi hanno purtroppo dimostrato come anche dopo un intervento chirurgico l’endometriosi possa ritornare, a distanza di qualche anno. Per questo motivo, se non si desidera una gravidanza, può essere consigliato assumere la pillola anticoncezionale o un progestinico per ridurre le probabilità di recidiva dell’endometriosi.

Recentemente si è sempre più affermato il ruolo di una corretta alimentazione nel controllo dei sintomi dell’endometriosi. Diversi studi scientifici hanno dimostrato come l’assunzione di frutta e verdura possa concorrere a ridurre fino al 40% il rischio di endometriosi. In donne che, viceversa, consumano grandi quantità di carne rossa (manzo, prosciutto), si osserva un aumento del rischio relativo pari all’80-100%.
L’alimentazione è di grande aiuto nel controllo dei sintomi dolorosi: diminuire l’assunzione di alimenti che possono favorire l’insorgenza dell’infiammazione (e quindi del dolore) quali ad esempio carni rosse, cibi raffinati, alimenti ricchi di sale, zuccheri semplici, latticini e, al contrario, tornare ad una alimentazione semplice e che segua la stagionalità, incrementando il consumo quotidiano di cereali integrali, legumi, semi oleaginosi, frutta secca e fresca, e molta verdura, soprattutto a foglia verde, riduce la severità del dolore e aiuta a migliorare complessivamente la qualità della vita.