LA RISPOSTA DELLA COMMISSIONE EUROPEA SUL TEMA DELL'ENDOMETRIOSI

giovedì 29 marzo 2018

25 Marzo 2018

Il 14 Marzo è stata resa nota la risposta delle commissione Europea rispetto all’interrogazione parlamentare dell’On. Zoffoli contestualmente alla prima giornata dedicata all’Endometriosi in Parlamento Europeo. Il testo è pubblico e lo potete trovare insieme alla risposta allegata direttamente sul sito del Parlamento Europeo: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+WQ+P-2018-000750+0+DOC+XML+V0//IT&language=it Perché questa risposta è importante? La risposta della commissione non ha aggiunto novità a quello che già sapevamo, ma sarà un attestato di credibilità da utilizzare in Italia e negli stati membri, per fare pressioni a favore del riconoscimento dell'endometriosi come malattia invalidante. Con questi passi l’Europa ha rimarcato che l’Endometriosi è un problema di cui c'è bisogno di occuparsi, tanto da aver già stanziato fondi necessari alla ricerca. Come viene sottolineato la sanità è materia degli Stati membri, che nel caso dell’Italia è ulteriormente demandata alle regioni. Quindi per Associazioni come l’A.P.E. sarà importante poter usufruire di documenti che sottolineano in modo ufficiale l’entità della malattia e riportano il pensiero dell’Europa anche su scala regionale, dove sappiamo le normative sono attive a macchia di leopardo, e con il registro regionale (fondamentale per progredire concretamente) ad un anno dall’entrata in vigore, presente solo in Emilia Romagna! Un tema che emerge dalla risposta della Commissione è quello della ricerca differenziata in base al genere (di cui aveva già parlato il parlamento europeo lo scorso anno), che non tratta  “la medicina delle donne”, ma un approccio diverso alle diseguaglianze di salute, per capire come influenzino le condizioni di salute di uomini e donne a partire dall’insorgenza dei sintomi, fino alle terapie. Uno dei temi più sentiti è proprio quello delle disuguaglianze nella sperimentazione dei farmaci, nello studio dei fattori di rischio o delle cause di una malattia, essenziali per delineare programmi, ricerche, e dati, con l'obbiettivo di informare in modo corretto, e ottenere maggiore aderenza terapeutica e accesso alle cure. Viene inoltre citato il cambiamento demografico, un dato che anche l’A.P.E. ha portato all’attenzione del parlamento Europeo, sottolineando come l’infertilità non sia "solo" un lutto da elaborare per molte donne, ma anche come il 30-40% di 14.000.000 di donne europee potenzialmente a rischio infertilità sia un dato meritevole di attenzione. Queste riflessioni ci suggeriscono ancora una volta la necessità di educare ad una cultura che non normalizzi nessuna forma di dolore femminile, partendo dai banchi di scuola, fino alla maternità e alle difficoltà che incontrano ancora oggi le donne con endometriosi nel mondo del lavoro, a metà tra le tutele che non arrivano, e le difficoltà nell' essere presenti e produttive quando il dolore non dà tregua. In conclusione l’A.P.E. oltre ad essere la prima associazione in Europa ad aver promosso la prima giornata dedicata all’endometriosi, avrà a disposizione uno strumento per sottolineare la necessità di provvedimenti urgenti. La strada è lunga, e difficile sarebbe stato pensare di ottenere di più attraverso questi primi passi, ma nel frattempo il prezzo da pagare è ancora alto, per chi ne soffre, con l’unica colpa di essere affetta da una malattia cronica, e per il nostro sistema sanitario che deve far fronte alle risorse frammentarie di una sanità disomogenea. Noi come associazione continueremo a lavorare per costruire una sinergia tra tutte le parti che possano influire in materia di sanità. Sara Beltrami